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Processo Mediaset - In attesa della sentenza, Berlusconi invita il Pdl alla moderazione


Silvio Berlusconi ha bloccato sul nascere il tam tam, a cui avevano dato il via alcuni fedelissimi, tra cui Daniela Santanchè, per organizzare, in concomitanza con la sentenza della Cassazione prevista per oggi giovedì 1 agosto, nel pomeriggio, una manifestazione di parlamentari e militanti davanti a Palazzo Grazioli. Notizia che, riferiscono fonti pidielline, avrebbe mandato su tutte le furie lo stesso Coppi, costringendo il coordinatore Verdini a smentire, precisando che si trattava di 'manifestazioni spontanee'. Ma la macchina organizzativa, confermano diversi esponenti di via dell'Umiltà, era già partita.

Del resto l'appuntamento è stato confermato ieri pomeriggio proprio dalla Santanchè via Twitter: "Il nostro partito è come una famiglia e saremo sotto Palazzo Grazioli dalle 17 per il nostro Presidente Berlusconi. Vi aspetto". Poi, da palazzo Grazioli è arrivato lo stop e la Santanchè ha dovuto soprassedere.

Il silenzio imposto da Silvio Berlusconi al Pdl inizia a 'pesare': nessuno sfogo è consentito e l'ansia cresce di pari passo con la consapevolezza di non poter fare nulla, nessun passo azzardato, nessuna frase fuori dalle righe, il che acuisce la tensione. Troppo grande l'indeterminatezza su quanto avverrà e l'ansia fa la sua parte, cui si aggiunge l'impossibilità - sempre su ordine tassativo del Cavaliere che, a sua volta, deve 'sottostare' alla linea rigidissima impostagli dall'avvocato Coppi - di occupare il tempo restante fino alla decisione della Cassazione manifestando solidarietà e vicinanza al 'capo', se non in rapide telefonate e, per i pochi 'eletti', in vis a vis a palazzo Grazioli. La sentenza, dunque, dovrebbe arrivare oggi pomeriggio, giovedì 1 agosto, presumibilmente dopo la chiusura dei mercati. Intanto la politica è in fibrillazione, anche nel timore che il processo possa mettere a repentaglio la stabilità del governo Letta. 

Berlusconi, accusato di frode fiscale, continua a trincerarsi dietro il silenzio stampa e resta blindato nella sua residenza romana, dalla quale continua ad inviare sempre lo stesso messaggio: nessuno attacchi il governo o i giudici. Ma certo l'ansia c'è, e contagia anche i suoi più stretti collaboratori. Ma è proprio sulle carte che Berlusconi fonda, come del resto l'avvocato Coppi, la convinzione che i giudici non potranno che assolverlo.

L'altro ieri il procuratore generale Antonio Mura ha chiesto che l'interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi venga ridotta da cinque a tre anni mentre conferma la condanna a 4 anni di reclusione. 



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